Fartlek
Significa GIOCO DI VELOCITA'.
Si tratta di una tecnica di allenamento sportivo, introdotta nel 1930 dall'allenatore svedese Gösta Holmer, che trova una significativa applicazione negli sport aerobici e misti.
Il fartlek si basa sull'allenamento parallelo di velocità e resistenza ed attualmente potrebbe essere classificato come un High Intensity (HI - alta intensità) Interval Training (IT - allenamento intervallato): siglato HIIT.
Nel fartlek l'intensità d'esercizio varia costantemente, così come la durata degli stimoli, il numero delle ripetute o delle variazioni di ritmo, e la durata dei recuperi (peraltro RIGOROSAMENTE attivi, cioè che si svolgono riducendo lo sforzo ma senza fermarsi).
Il fartlek è un metodo di allenamento che vanta un'estrema duttilità di applicazione e dimostra una eterogeneità utilissima al coinvolgimento emotivo degli atleti; in due parole, il fartlek è divertente!
Si presta moltissimo nella preparazione atletica degli sport di squadra (calcio, rugby, hockey ecc) ed alle fasi meno specifiche degli sport di fondo (ciclismo, running, canottaggio, canoa ecc); il fartlek è più breve e va a stimolare sia la soglia anaerobica che il metabolismo lattacido, la velocità e la reattività, mentre le altre due strategie, per sortire un effetto analogo, sono operatore dipendenti e necessitano una programmazione/pianificazione maggiormente differenziate.
Concludendo, il fartlek può essere considerato una supertecnica ad ampio utilizzo; si presta (più delle altre) alla preparazione degli sport di squadra e nell'allenamento dei giovanissimi o degli amatori. Per contro, un atleta di elite che si cimenta in attività di fondo o mezzo fondo necessita senz'altro uno sviluppo maggiore della soglia anerobica o della potenza lattacida, e meno della velocità e/o della reattività muscolari, pertanto, trarrà maggiori benefici da sessioni allenanti comprensive di variazioni di ritmo e ripetute programmate.
Modalità di allenamento:
- La prima, e più classica, prevede di cominciare con un recupero eseguito alla velocità del “lento” – poniamo 5’ al km. Successivamente, in base al tipo di fartlek scelto (1’ lento – 1’ veloce, 2’ lenti – 2’ veloci, e cosi via) di eseguire 1’, 2’ o piu’ minuti a ritmo sostenuto (ognuno valuti il proprio ritmo in funzione del tempo di lavoro). Quindi se si esegue 1’ – 1’ si farà il primo minuto lento, poi uno veloce, poi uno lento per un numero di volte ragionevole (otto, dieci, dodici); se si esegue il 2’ – 2’ si faranno i primi due minuti lenti e i successivi più rapidi anche qui per un numero ragionevole di volte. Lo stesso per il 3’ – 3’. solitamente ci si ferma qui, ma nulla vieta di fare un 4’ – 4’ o un 5’ – 5’, basta che i cambi di ritmo siano affettivi.
- La seconda modalità, applicabile e chi non si allena su terreno piatto, prevede che i cambi di ritmo seguano l’andamento del percorso e quindi anche i tempi di applicazione: più veloce la discesa e più lenta la salita, veloci in piano e lenti in discesa, forte la salita e recupero in piano: basta dare sfogo alla fantasia a concentrarsi sui cambi di ritmo.
- La seconda modalità, applicabile e chi non si allena su terreno piatto, prevede che i cambi di ritmo seguano l’andamento del percorso e quindi anche i tempi di applicazione: più veloce la discesa e più lenta la salita, veloci in piano e lenti in discesa, forte la salita e recupero in piano: basta dare sfogo alla fantasia a concentrarsi sui cambi di ritmo.
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