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giovedì 20 agosto 2015

IL FARTLEK

Fartlek 

Fartlek


Significa GIOCO DI VELOCITA'. 

Si tratta di una tecnica di allenamento sportivo, introdotta nel 1930 dall'allenatore svedese Gösta Holmer, che trova una significativa applicazione negli sport aerobici e misti. 

Il fartlek si basa sull'allenamento parallelo di velocità e resistenza ed attualmente potrebbe essere classificato come un High Intensity (HI - alta intensitàInterval Training (IT - allenamento intervallato): siglato HIIT.
Nel fartlek l'intensità d'esercizio varia costantemente, così come la durata degli stimoli, il numero delle ripetute o delle variazioni di ritmo, e la durata dei recuperi (peraltro RIGOROSAMENTE attivi, cioè che si svolgono riducendo lo sforzo ma senza fermarsi).
Il fartlek è un metodo di allenamento che vanta un'estrema duttilità di applicazione e dimostra una eterogeneità utilissima al coinvolgimento emotivo degli atleti; in due parole, il fartlek è divertente!

Si presta moltissimo nella preparazione atletica degli sport di squadra (calcio, rugby, hockey ecc) ed alle fasi meno specifiche degli sport di fondo (ciclismo, running, canottaggio, canoa ecc); il fartlek è più breve e va a stimolare sia la soglia anaerobica che il metabolismo lattacido, la velocità e la reattività, mentre le altre due strategie, per sortire un effetto analogo, sono operatore dipendenti e necessitano una programmazione/pianificazione maggiormente differenziate.
Concludendo, il fartlek può essere considerato una supertecnica ad ampio utilizzo; si presta (più delle altre) alla preparazione degli sport di squadra e nell'allenamento dei giovanissimi o degli amatori. Per contro, un atleta di elite che si cimenta in attività di fondo o mezzo fondo necessita senz'altro uno sviluppo maggiore della soglia anerobica o della potenza lattacida, e meno della velocità e/o della reattività muscolari, pertanto, trarrà maggiori benefici da sessioni allenanti comprensive di variazioni di ritmo e ripetute programmate.


Modalità di allenamento:
 - La prima, e più classica, prevede di cominciare con un recupero eseguito alla velocità del “lento” – poniamo 5’ al km. Successivamente, in base al tipo di fartlek scelto (1’ lento – 1’ veloce, 2’ lenti – 2’ veloci, e cosi via) di eseguire 1’, 2’ o piu’ minuti a ritmo sostenuto (ognuno valuti il proprio ritmo in funzione del tempo di lavoro). Quindi se si esegue 1’ – 1’ si farà il primo minuto lento, poi uno veloce, poi uno lento per un numero di volte ragionevole (otto, dieci, dodici); se si esegue il 2’ – 2’ si faranno i primi due minuti lenti e i successivi più rapidi anche qui per un numero ragionevole di volte. Lo stesso per il 3’ – 3’. solitamente ci si ferma qui, ma nulla vieta di fare un 4’ – 4’ o un 5’ – 5’, basta che i cambi di ritmo siano affettivi.
 - La seconda modalità, applicabile e chi non si allena su terreno piatto, prevede che i cambi di ritmo seguano l’andamento del percorso e quindi anche i tempi di applicazione: più veloce la discesa e più lenta la salita, veloci in piano e lenti in discesa, forte la salita e recupero in piano: basta dare sfogo alla fantasia a concentrarsi sui cambi di ritmo. 


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